venerdì 30 settembre 2011

La fibromialgia: definizione e diagnosi

La fibromialgia è una patologia dolorosa e invalidante, poco conosciuta dai medici italiani e diagnosticata fino a pochi anni fa con difficoltà anche dai medici specialisti.   Per tali motivi la Fibromialgia o Sindrome fibromialgica (SFM), così definita, viene diversamente denominata da altri specialisti che affrontano aspetti diversi di un'unica sindrome: colon irritabile dal gastroenterologo, cefalea muscolotensiva dal neurologo, dall'ortopedico o dal fisiatra, sindrome dismenorroica non classificabile dal ginecologo, sindrome da intolleranze multiple non allergiche dall'allergologo, dolore toracico idiopatico dal cardiologo, ecc.

La Sindrome Fibromialgica è una forma comune di dolore muscolo-scheletrico diffuso e di affaticamento (astenia). Questa malattia è una delle malattie reumatiche in assoluto più diffuse: solo in Italia si può stimare che ne siano affetti dai 2 ai 4 milioni di individui, di cui la maggior parte sono donne (i dati variano a seconda della fonte di provenienza).


Un tempo, quando la malattia e le sue cause erano poco conosciute si utilizzava anche il termine di fibrosite per descrivere questa condizione. Il suffisso “ite” significa infiammazione, un processo che può determinare dolore, calore, tumefazione e rigidità. I ricercatori hanno evidenziato da anni, al contrario, che l’infiammazione non è una alterazione significativamente presente in questa sindrome.

Il nome Fibromialgia o Sindrome Fibromialgica è pertanto più accurato ed ha ampiamente rimpiazzato i vecchi termini utilizzati. Così con il termine fibromialgia indichiamo un dolore nei muscoli e nelle strutture connettivali fibrose (i legamenti e i tendini). La fibromialgia è in effetti una forma di reumatismo extra-articolare o dei tessuti molli e sebbene possa assomigliare ad una patologia articolare, non si tratta di “artrite” e non causa deformità delle strutture articolari.

Infatti la SFM non è una malattia reumatica ne tantomeno ortopedica, come conferma dal 2006 anche l’Associazione Reumatologi Americana. Invero intorno agli anni 80 ci fu un lungo dibattito che cercava di chiarire se la competenza fosse da attribuire alla psichiatria, ma prevalse una soluzione di compromesso che non ha portato benefici a nessuno. Anche se il dolore extrarticolare è quello più evidente ed è ancora quello con cui si presentano dal medico le persone con SFM, ora sappiamo che nella Sindrome fibromialgica è presente una alterazione dei neurotrasmettitori cerebrali, talvolta con interessamento del sistema immunitario.

La fibromialgia spesso confonde, poiché alcuni dei suoi sintomi possono essere riscontrati in altre condizioni cliniche. Negli ultimi 10 anni, tuttavia essa è stata meglio definita attraverso studi che hanno stabilito le linee guida per la diagnosi. Questi studi hanno dimostrato che certi sintomi, come il dolore muscolo-scheletrico diffuso, e la presenza di specifiche aree algogene alla digitopressione (“Tender Points” - vedi figura ) sono presenti nei pazienti affetti da sindrome fibromialgica e non comunemente nelle persone sane o in pazienti affetti da altre patologie reumatiche dolorose.

La sindrome fibromialgica non ha alterazioni evidenziabili con esami di laboratorio e non causa danni radiologicamente evidenziabili. Infatti, la diagnosi dipende principalmente dai sintomi che il paziente riferisce. Questa condizione viene definita “sindrome” poiché esistono segni e sintomi clinici che sono contemporaneamente presenti. Purtroppo alcune persone possono considerare questi sintomi come immaginari o non importanti ed è per questo che diviene difficile fare diagnosi di questa patologia.  Inoltre chi è affetto da fibromialgia in apparenza non sembra ammalato, ha un aspetto sano. Per questo la fibromialgia è stata definita “malattia invisibile“.

Questo spiega anche perché le persone colpite da questa malattia hanno tutte in comune una storia pluriennale di visite ed esami di tutti i tipi e sono già state sottoposte a numerose terapie. Oltre a ciò, trattandosi di una malattia cronica che tende a peggiorare lentamente nel tempo, è frequente che chi è affetto da fibromialgia sviluppi una reazione ansiosa e/o depressiva: questo è spesso la prima causa di errore diagnostico. Occorre sottolineare infine l’importanza della diagnosi differenziale in considerazione del fatto che la FM è una sindrome e molti dei sintomi sono aspecifici. Per tale ragione si consiglia di sottoporre il paziente nel quale si fa una nuova diagnosi di FM ad un controllo laboratoristico che preveda gli esami elencati 

Riporto da ultimo un elenco non esaustivo dei sintomi caratteristici presenti nella maggior parte dei pazienti:
  • disturbi del sonno (sonno notturno poco profondo e non ristoratore) 
  • cefalea muscolotensiva o emicranica 
  • sensazione di stanchezza (astenia) 
  • rigidità mattutina (specie al collo e alle spalle) 
  • colon irritabile (stipsi e/o diarrea) 
  • disturbi sensitivi, parestesie (costituite da formicolii e sensazioni simili a punture) 
  • alterazione della temperatura corporea con fenomeno di Raynaud
  • alterazione dell'equilibrio, instabilità e vertigini
  • disturbi a urinare 
  • sensazione di gonfiore alle mani 
  • tachicardia con cardiopalmo e dolori in regione sternale
  • perdita di memoria a breve termine (fibro-fog)
  • difficoltà di concentrazione sul lavoro
  • disturbi della sfera affettiva (ansia e/o depressione)

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